Risale ai primi latini la Natività cristiana

Risale ai primi latini la Natività cristiana

Molto antiche sono le origini del presepe. La sua storia risale infatti alla tradizione pagana degli Etruschi e dei Latini, i quali erano soliti venerare, durante la festa della Sigillaria, il 20 dicembre, gli antenati defunti (Lares familiares), rappresentati da statuette di terracotta. Il giorno dopo, i bambini ricevevano doni e cibo. Con la vittoria di Costantino, nel IV secolo, le feste da pagane si trasformarono in religiose, poiché egli dedicò al culto cristiano le prime basiliche. L’imperatore mantenne riti e date, cambiando, però, nomi e significati religiosi. La parola Presepe deriva dal latinopraesaepium, da prae (innanzi) e saepes (recinto), luogo che ha davanti un recinto, e indica la greppia, cioè la mangiatoia nella quale, come raccontano i Vangeli di Luca e Matteo, Maria, non avendo trovato alloggio nella locanda, diede alla luce Gesù Bambino. Nei vangeli apocrifi (quelli che la comunità ecclesiastica non ha accettato come ispirati e che quindi non ha incluso tra i canonici), si parla della presenza del bue e dell’asino, che con il loro alito riscaldano la culla.

Le prime rappresentazioni presepiali le ritroviamo già a partire dal II secolo d.C., si tratta di raffigurazioni dipinte nelle catacombe, su vetri, miniature di codici e mosaici. Nel cimitero di Sant’Agnese e nelle Catacombe di Pietro e Marcellino e di Domitilla (III secolo d. C.), a Roma, compaiono assieme alla Natività i Re Magi, ai quali il vangelo apocrifo armeno conferisce i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, il cui numero di tre, fissato da San Leone Magno, rappresenta le tre età dell’uomo: gioventù, maturità e vecchiaia. Anche i doni dei Magi sono interpretati con riferimento alla natura e regalità di Gesù: l’incenso, per la sua divinità, la mirra, per il suo essere uomo, l’oro perché re. Al 1283, risale l’Oratorium praesepis, scolpito da Arnolfo di Cambio, su committenza di Papa Onofrio IV. Si tratta del primo presepe realizzato con otto statue a tutto tondo, rappresentanti personaggi della Natività.

Secondo la tradizione, però, l’inventore del presepe resta San Francesco. Tornato da Betlemme, volle riproporre una rievocazione della nascita di Gesù. Nella notte del 24 dicembre 1223, ottenuta l’autorizzazione da Papa Onorio III, diede vita, in un bosco presso Greccio, al primo “presepe vivente” della storia. Nei secoli successivi, si diffuse l’abitudine di rappresentare nella chiese l’evento della Santa Notte, con statue di pietra o terracotta. Nel Cinquecento, l’iconografia presepiale si arricchì di accenni al paesaggio, comparvero i primi animali, come pecore e capre. La struttura restò pressoché invariata: in basso la grotta con angeli e pastori, più in alto le montagne e, lontano, il corteo dei Maggi. Ma il presepe visse la sua stagione d’oro nel Settecento. È proprio nel corso del XVIII secolo che i presepi “colti”, ovvero quello napoletano, quello genovese e quelli siciliani, conobbero un grande sviluppo.

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