Stati generali della lingua italiana nel Mondo

Stati generali della lingua italiana nel Mondo

Lingua italianaRiflettere sulle potenzialità della lingua italiana, così da approfondire le correnti strategie di diffusione dell’italiano all’estero e fare il punto sulle nuove sfide da affrontare. Questo l’obiettivo degli Stati generali della lingua italiana nel mondo, che si sono tenuti il 21 e 22 ottobre, a Firenze, a Palazzo Vecchio e presso il Teatro della Pergola.

L’iniziativa, promossa dal Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact), ha visto la partecipazione di oltre seicento esperti del settore. Due giorni di incontri, momenti di riflessione, tavoli di approfondimento e iniziative che hanno avuto come protagonista la lingua italiana. Una lingua che, come ha dichiarato la scrittrice Dacia Maraini, «Noi italiani, purtroppo, spesso maltrattiamo. C’è in giro una specie di servilismo linguistico, forse anche a causa della predominanza dei computer, per cui ogni cinque o sei parole italiane ne infiliamo una inglese». L’autrice di numerosi bestseller ha invitato, pertanto, ad un uso “più sobrio” dei forestierismi. «Si può benissimo fare a meno – ha spiegato – di tutta una serie di anglicismi, spesso, peraltro, usati da persone che non sanno neppure parlare bene inglese».

Diversi i temi affrontati nel corso dell’evento, tenutosi in contemporanea con l’avvio della XIV Settimana della Lingua italiana nel Mondo: dalle nuove sfide e dai nuovi strumenti della comunicazione linguistica alle strategie di promozione della lingua per le diverse aree geografiche e per i Paesi prioritari; dal ruolo delle Università, con particolare attenzione alle cattedre di italianistica, a quello degli italofoni e delle comunità italiane all’estero. È stata, inoltre, posta l’attenzione sulla gestione e sugli strumenti della promozione del nostro idioma.

Il tavolo dei relatori

Il tavolo dei relatori

«Questi primi Stati generali della lingua italiana nel mondo – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, intervenuta nel corso della prima giornata – sono un segnale politico importante che intende fissare la cultura al centro dell’agenda, proponendo la lingua italiana come struttura portante». Il ministro Giannini ha, poi, illustrato gli elementi proposti per l’uso e la scolarizzazione della lingua italiana, che passano attraverso «…un modello politico del dialogo, dell’integrazione e dell’inclusione, che si applichi mediante l’acquisizione linguistica dell’italiano visto come lingua positiva e modello “assimilazionista” per la politica estera; il riposizionamento dello studio dell’italiano come lusso educativo, fattore e importante supporto economico nel mondo; attraverso il favorire il ruolo educativo mediante l’istruzione e la formazione, promuovendo in maniera coordinata e adeguata la nostra identità anche attraverso la formazione di insegnanti per istituire cattedre di italiano nelle scuole come seconda lingua per gli studenti immigrati».

Particolare interesse hanno suscitato le proposte lanciate dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, ovvero l’idea di istituire in Italia un Erasmus dedicato alle arti come veicolo della lingua italiana nel mondo; raddoppiare, oltre i confini nazionali, le tournèe delle orchestre sinfoniche e liriche e degli organici di musica popolare, intese anche come promozione della lingua italiana; utilizzare il cinema, promuovendo in ogni istituito di cultura una scuola apposita e dando sistematicità a un progetto internazionale complessivo. E se il ministro Giannini ha apprezzato la prima proposta, sostenendo che «…l’Italia deve diventare di nuovo attrattore di studenti. Dunque, – ha aggiunto – vedo bene l’Erasmus delle arti. Vedo bene l’idea che il nostro Paese si assuma di nuovo il ruolo di gigante culturale conosciuto nel mondo». L’assessore alla cooperazione e relazioni internazionali Nicoletta Mantovani si è soffermata soprattutto sulla seconda iniziativa. «L’opera rappresenta uno degli elementi trainanti della lingua italiana nel mondo ed è molto amata dai giovani all’estero. – ha spiegato – Affiancare alla musica classica e a quella popolare la lirica è utile per avvicinare un nuovo pubblico a questa forma di rappresentazione e per diffondere la lingua e la cultura italiana».

La nostra lingua, quindi, vista come un prezioso strumento di cui dobbiamo avere consapevolezza. E su questo aspetto ha insistito il sottosegretario agli Affari esteri e alla cooperazione internazionale Mario Giro, il quale ha definito la lingua italiana «…un modo di restare uniti ai tanti italiani nel mondo, quasi una nostalgia, ma anche cultura, simbolo di creatività e qualità, di un particolare modo di fare impresa (made in Italy ma anche made by italians). Si tratta di un tesoro di reale influenza e di reputazione».

Un evento, dunque, che invita tutti a riflettere sul ruolo dell’italiano nel mondo che cambia, senza dimenticare, però, che «…la nostra lingua, come tutte, – ha ricordato Giro – è un bene dell’umanità: non appartiene solo all’Italia, ma vive ed abita in tutti coloro che la parlano».

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