“L’occhio strabico” per leggere la realtà

“L’occhio strabico” per leggere la realtà

Copertina libro

La copertina

Da vera scrittrice qual è, Lucia Stefanelli Cervelli sublima e trasforma. Lo fa con il teatro, lo fa con la scrittura. è anche un’attenta osservatrice e può, così, cogliere mille fatti e sfumature nelle piccole come nelle grandi cose della vita. Lo strabismo non piace a molti: è considerato un difetto. Rifrattivo e quindi riguarda la vista, estetico se va oltre il cosiddetto ‘strabismo di Venere’ che dona fascino allo sguardo. Con il volume “L’occhio strabico. Racconti brevi e monologanti per intellettuali a riposo” (Photocity Edizioni) lei dà a tutti una lezione. Di ironia, di divertimento, di rispetto. Sì, rispetto soprattutto per la diversità. E poi, la riflessione profonda: la possibilità di guardare da un nuovo punto di vista. Potremmo sforzarci con mille smorfie per tentare di capire come si guarda con un occhio ‘storto’, naturalmente obliquo, che se accettato diventa una ricchezza e un privilegio, ma non ci riusciremo mai se lo strabismo non lo abbiamo dentro. Le storie che Lucia Cervelli Stefanelli ci racconta ci toccano. Tutti. Parlano di umanità, di vizi, di virtù, di scarsa umiltà, con ironia tagliente, con sarcasmo che affonda nel profondo. Immediatamente si ride della “differenziata” (ma quale?) o del “fiuto”, ma poi, a freddo, ci si chiede se tutto ciò non riguarda anche noi. Simpatico, a volte amaro eppure piacevole, questo libro, è scritto con mano leggera e, si capisce, divertita. Osservare di sbieco può essere utile per uscire dagli schemi, dai lavaggi di cervello, dalle imposizioni e dalla morale scelta da altri. Grazie, allora, per questo sguardo obliquo, per questo occhio che è strabico, ma che, lo abbiamo capito, è sincero.

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