La musica celestiale del Gesù Nuovo

La musica celestiale del Gesù Nuovo

Piazza del Gesù

Piazza del Gesù

Da Napoli Budapest, passando per LipsiaBerlinoVienna e laTransilavania, a caccia di un misterioso pentagramma inciso sulla facciata della chiesa del Gesù Nuovo di Napoli. È il percorso che ha portato Vincenzo De Pasquale, storico, esperto in iconografia, a scoprire l’origine dei simboli sulla facciata di una delle chiese più importanti della città, ritenuti per decenni “segni di cava”, cioè segni di lavorazione. Si tratta, invece, di note, scritte in un’antica lingua. Infermiere presso l’ospedale San Gennaro, De Pasquale ha insegnato arte nelle scuole di mezza Europa, da Parigi Istanbul. Dal 2007 studia la facciata del Gesù Nuovo.

Quando nasce l’impulso di mettersi alla ricerca dei simboli incisi sulla parete della chiesa?

Mi incuriosivano già da ragazzo, ma l’interesse storico è nato sette anni fa. Sulla facciata ci sono sei simboli. Ho chiesto a un amico architetto di disegnare una griglia delle guglie e poi, domenica dopo domenica, ho studiato la disposizione dei segni. L’ho fatto per 5 anni. Prima ho cercato la loro origine nell’alfabeto greco, poi in quello ebraico, ma non trovavo tracce. Così sono arrivato all’alfabeto aramaico e lì ho trovato ciò che cercavo.

A quel punto è cominciato un pellegrinaggio in giro per l’Europa.

Le lettere aramaiche sulle pietre del bugnato

Le lettere aramaiche sulle pietre del bugnato

Esatto. Ho portato lo schema delle guglie a un frate gesuita ungherese, studioso di aramaico. Dopo una settimana, mi fu detto che quei simboli erano note musicali. È sempre stato detto che quei simboli fossero segni di cava, ma è impossibile che quella facciata sia stata fatta ricorrendo a sei cave diverse. Come non bastasse, all’interno della chiesa, c’è un muro in tufo in cui è stata incisa la sinossi della musica incisa sulla facciata esterna. A quel punto, c’era bisogno di mettere su carta la musica, cosa che ho realizzato grazie all’aiuto di un amico musicista ungherese. Il 19 settembre del 2010 mi è stata presentata la prima bozza di spartito e dopo pochi giorni abbiamo ascoltato per la prima volta questa musica bellissima, un canto gregoriano.

Ma le sue ricerche non si sono concluse qui.

No. La mia curiosità è cresciuta ancora di più. A quel punto dovevo capire di più sulla vita dell’architetto della chiesa del Gesù Nuovo, Novello da Sanlucano. A Napoli non ci sono molte tracce su di lui, così sono dovuto andare a caccia di documenti in diverse città dell’Europa orientale. Una ricerca che mi ha portato prima a Berlino, poi a Lipsia, quindi a Vienna e a Budapest. In questa città ho trovato non solo alcune sue opere, ma ho raccolto manoscritti e atti grazie ai quali posso affermare che Novello fosse il figlio illegittimo di Roberto di San Severino. Era nato da un rapporto extraconiugale e rappresentava un pericolo per i San Severino. Ma non bastava. Seguendo le sue tracce, sono giunto in Transilvania, precisamente nella città di Alba Iulia, dove ci sono due chiese. In una di queste ho trovato la lapide di Novello da San Lucano.

Uno dei simboli evidenziato dal cerchio rosso

Uno dei simboli evidenziato dal cerchio rosso

Come è possibile che documenti napoletani si trovino negli archivi di mezza Europa?

A Napoli non ci sono molte tracce del Quattrocento e del Cinquecento, perché durante la seconda guerra mondiale i carteggi furono trasportati a Palma Campania, per non farli cadere nelle mani dei tedeschi. I nazisti trovarono una parte dell’archivio e lo portarono con loro.

Come questa scoperta è stata accolta da amministrazione di Napoli e dagli intellettuali della città?

Ho portato questa scoperta all’attenzione delle istituzioni e degli intellettuali napoletani, ma ho avuto solo risposte evasive. Basti pensare che le guide straniere ormai raccontano la storia del pentagramma e delle note aramaiche, mentre le guide locali continuano a parlare di segni di cava. Napoli è una città presuntuosa, non accetta facilmente nuove scoperte.

Ci sono altri misteri del genere a Napoli?

Non mi piace la parola mistero. Però, ci sono tante falsità storiche da smascherare. XV e XVI secolo nascondono molte sorprese.

 

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