Il “nostro” rapper a Sanremo

Il “nostro” rapper a Sanremo

(dal nostro inviato) – Viene da Salerno, per la precisione dal quartiere orientale Pastena, l’unico cantante campano in gara nella 64esima edizione del festival di Sanremo, in scena fino a sabato prossimo. Rocco Hunt, rapper classe 1994 (anche se a sentirlo parlare e vederlo muovere negli ambienti del Festival, compreso l’essere stato ospite di Gigi Marzullo Sottovoce, sembra già molto più maturo) è uno degli otto giovani in gara nella sezione nuove proposte e si esibirà stasera (quattro lo hanno già fatto ieri e due sono stati già stati eliminati in vista della finale di domani sera). L’artista (il vero cognome è Pagliarulo) porterà sul palco dell’Ariston Nu juorno buono, canzone che ha l’onere di tradurre la sconvolgente cronaca campana della terra dei fuochi in un messaggio positivo. Un pensiero dedicato ai tanti giovani, ma anche ai più grandi perché come ha raccontato Hunt in una conferenza stampa molto tranquilla rispetto ai canoni dei rapper: «Ho molte responsabilità, ai miei live suono per un pubblico di coetanei, ma anche per persone ben più grandi».

Rocco Hunt

Rocco Hunt

Nel brano si susseguono frasi che mettono di fronte alla crudele realtà ma, fatto un po’ inusuale per il pensiero hip hop che tende spesso alla denuncia con rabbia, l’artista fornisce anche un finale positivo. Nel testo si susseguono rime come «Questo posto non deve morire. La mia gente non deve partire. Il mio accento si deve sentire. Siamo la terra del sole, non la terra dei fuochi».
Rocco Hunt non tradisce le sue origini ma ha scelto di portare al Festival un pezzo con strofe in italiano e ritornello in dialetto: «Voglio dire ai giovani che devono credere in se stessi e che un futuro c’è anche in Italia e non solo al Nord. A Sanremo canto in italiano perché la terra dei fuochi è in tutto il Paese e voglio che il testo sia compreso da tutti. Ghettizzarsi non aiuta l’espansione del messaggio». Hunt ha maturato anche esperienze sociali significative insegnando rap al carcere minorile di Airola, luogo dove ha incontrato molti coetanei: «I ragazzi si sentono abbandonati, non solo dalle istituzioni, ma anche dai genitori, con cui in alcuni casi non parlano più. Noi rapper siamo i nuovi giornalisti delle cronache in rima, anche una rivoluzione parte dalle cose semplici. La rabbia fine a se stessa però la lascio ad altri, il mio è rap positivo con cui cerco di diffondere quello che i miei nonni e mio padre mi hanno profuso». Dopo la partecipazione all’Ariston è previsto un nuovo disco di inediti prodotto da Sony music in uscita a fine marzo (il primo, Spiraglio di periferia completamente auto prodotto è uscito a novembre 2011). Il nuovo lavoro vedrà molti featuring come quello con il collega Clementino (che ha fatto venire la voglia a Rocco di partecipare a Sanremo dopo essere stato ospitato, lo scorso anno, dagli Almamegretta), ma anche, tra gli altri, Federico ZampaglioneEnzo Avitabile e, a detta dell’artista, ci sarà anche uno dei più importanti cantanti del panorama italiano che per ora rimane top secret.

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