Marina Lebro, donna con la stoffa

Marina Lebro, donna con la stoffa

Abitino per bambino del 1700

Abitino per bambino del 1700

Se la si definisce una “donna che ha la stoffa” si dice la verità due volte. La prima perché ha una marcia in più, come la maggior parte delle donne d’intelletto meridionali, la seconda perché lei di stoffe di tutti i tempi, da studiosa, è una vera intenditrice, un’autorità in materia. È la professoressa Marina Lebro, autrice di numerosi articoli e trattati in materia e, tra l’altro, anche dell’interessantissimo libro “Il tessuto come espressione sociale per una società in veloce evoluzione”.  Per anni ha collaborato con Aziende e grandi nomi della Moda, attraverso l’Atom Studios e il New Leaf studios di Londra, come Banana RepublicGapC. KleinSugar, ed in Italia, ha venduto collezioni tessili per Max Mara. Sue collezioni e Mostre sono state esposte sia in Italia che all’estero (Inghilterra). Si è sempre occupata di ricerca e studio di nuovi materiali tessili e di nuove possibilità di sviluppo e miglioramento del comparto del Tessile naturale (cotone, ginestra, ortica e altre fibre naturali autoctone e non), unendo così, come da sempre, l’amore per la nostraArte e Cultura con la Ricerca ed Innovazione.

Marina Lebro

Marina Lebro

Oggi, Marina Lebro è impegnata in una nuova avventura, dal titolo affascinante: “Creatività e produzioni locali nella Cultura del Mediterraneo, nuove prospettive per una rinnovata Storia delle genti”. Si tratta di un ciclo di incontri internazionali tra Italia, Francia, Grecia (Creta), e Tunisia, che tracceranno le linee di nuove e fruttuose collaborazioni tra le diverse realtà locali. Le prime due giornate, che si terranno nel prossimo mese di maggio, affronteranno tematiche della nostra storia e di quella dei Paesi coinvolti, mettendone in luce le antiche comuni radici e i relativi punti di contatto, e investigheranno sulle possibilità di sviluppo.

«Il Mercato attuale – sostiene la professoressa – non ha bisogno di progetti poco chiari e di chiacchiere teoriche, ma di un opportuno interesse economico per intraprendere e sostenere interventi da attuarsi sui nostri territori. Con questi incontri – continua Marina Lebro – non  vogliamo solo aumentare i nostri traffici commerciali, ma anche creare un ideale ponte tra le nostre culture, mescolando le nostre differenze attraverso lo studio delle nostre comuni radici, sviluppatesi sul Mare Mediterraneo. Così potremo lanciare proposte di collaborazione in grado di essere competitive per le nuove richieste di Mercato».

Nel nuovo progetto di Marina Lebro sono coinvolte associazioni di categoria, imprenditori e amministrazioni locali, Istituti di ricerca, Università italiane, francesi, greche e tunisine. Tutti uniti dall’obiettivo di creare una rete stabile di collaborazione tra gli attori del progetto, per accrescere l’interesse e la salvaguardia del proprio patrimonio culturale e manifatturiero attraverso azioni pratiche. Una rivoluzione nell’approccio al mercato globalizzato, in grado di sostenerne lo sviluppo alla luce di una nuova economia etica di Mercato, in grado di appoggiare un’affermazione dell’importanza dell’autonomia e del rilancio delle singole economie locali.

Gilet

Gilet

L’iniziativa, questa volta, non è limitata alle stoffe. Sono ovviamente presenti i settori del Tessile e della Moda, tradizionale e di ricerca, dalle fibre vegetali, alla lavorazione delle pelli, alla rivalutazione delle lane, ma troveremo anche l’Artigianato artistico e il settore Agroalimentare. “I Paesi del Mediterraneo – spiega Marina Lebro – hanno ‘tessuto’ la loro Storia anche attraverso le loro produzioni artistiche ed artigianali, raggiungendo elevate e particolari abilità tecniche che si sono tradotte in manufatti di grande bellezza e raffinatezza”.

A questo punto del ragionamento, viene fuori la professoressa, la donna che ha la vocazione di trasmettere la conoscenza: «In passato, – afferma – le varie espressioni in cui i Territori hanno declinato questi saperi avevano tutte una matrice culturale ed espressiva che si nutriva di ancestrali riferimenti culturali e visuali, attraverso un immaginario comune, dettato dai colori dei luoghi, dalle geografie che regalavano materiali simili, dalle storie dei popoli che vi si intrecciavano. Ricordiamo che quello dei Paesi del Mediterraneo è un popolo in movimento, che ha operato un sincretismo culturale in grado di resistere fino ad oggi, al tempo di una globalizzazione mal gestita e mal metabolizzata. Una globalizzazione che, segmentando la filiera produttiva, spostandola in luoghi tra loro lontanissimi, ha tolto identità alle produzioni locali, depauperandole e svilendole di significato. Il ciclo d’incontri si completa con il lancio di una Mostra fotografica con un bando di Concorso Internazionale: “Immagini dai Territori: storie a confronto tra Geografia emozionale e quotidianità”».

La Mostra dedicata agli studenti, italiani e stranieri coinvolgerà i giovani sulle tematiche affrontate e ha l’obiettivo di avvicinare le giovani generazioni alla loro storia per immaginare il loro futuro.

 

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