Le culture del Mediterraneo unite dall’arte contemporanea

Le culture del Mediterraneo unite dall’arte contemporanea

Il tavolo dei relatori con al centro il sindaco Luigi de Magistris

Il tavolo dei relatori con al centro il sindaco Luigi de Magistris

Due giorni di lavori nel complesso monumentale di San Domenico Maggiore, dedicati all’arte contemporanea e alle eccezionali opportunità che questa offre per l’integrazione culturale dei popoli dell’area mediterranea. È stato questo l’obiettivo cui ha puntato con successo il convegno “Connessioni Mediterranee”, inserito nel programma del Forum Universale delle Culture e organizzato dall’Associazione delle Città d’arte e Cultura (CIDAC). I direttori dei musei d’arte moderna di Napoli, Bergamo, Tirana, Malaga, Zagabria, Marsiglia, Lubiana si sono confrontati sul tema del “Patrimonio culturale e le arti contemporanee nei processi per l’integrazione dei popoli”, portando le loro singole esperienze sul campo.

Al Tavolo, Ledo Prato, segretario generale CIDAC  e a destra, Ludovico Solima, professore di Economia e Gestione degli enti culturali alla Seconda Università di Napoli.

Al Tavolo, Ledo Prato, segretario generale CIDAC e a destra, Ludovico Solima, professore di Economia e Gestione degli enti culturali alla Seconda Università di Napoli

“L’arte contemporanea è una delle massime espressioni della contaminazione fra tecniche, creatività e linguaggi che influenzano tendenze e stili a livello internazionale”, ha sostenuto Ledo Prato, segretario generale Associazione delle Città d’arte e Cultura. Gli ha fatto eco Angela Tecce, direttrice del Museo del ‘900 di Castel Sant’Elmo: “L’arte contemporanea rappresenta il medium privilegiato di crescita e sviluppo di una nuova visionarietà che torni a far nascere nel Mediterraneo le correnti creative che l’hanno contraddistinto nei millenni”. Nino Daniele, l’assessore alla cultura del Comune di Napoli, ha invece fatto riferimento alla tragedia dell’emigrazione: “Questo mare – ha detto – in cui oggi le diversità diventano attriti e generano conflitti, va trasformato nel luogo in cui le differenze diventano momento di incontro”.

Al tavolo dei relatori, durante il secondo giorno dei lavori, ha preso posto anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, di recente sospeso dalla sua carica, per sostenere che Napoli, da sempre, ha ritenuto le differenze una ricchezza e gli spazi pubblici anche come luoghi di aggregazione culturale.

L'aula del convegno

L’aula del convegno

Ben oltre è andato Fernando France’s, direttore del Centro d’Arte Contemporanea di Malaga: “Il museo – ha detto – non è un negozio né un posto per studiare, oggi è uno strumento per cambiare il mondo”. E Snjezana Pintaric, direttrice del MSU di Zagabria, ha raccontato l’evoluzione della struttura che guida, in un anonimo quartiere dormitorio di Zagabria, privo di qualsiasi presidio culturale. “Oggi, dopo cinque anni di lavoro, – ha sostenuto – abbiamo un ruolo importante nello sviluppo urbano di quest’area e organizziamo ogni giorno attività nel campo dell’arte contemporanea, della danza e del teatro, provando a trasformare il quartiere”.

L’obiettivo del convegno è stato, ovviamente, anche la creazione una rete di connessioni stabili tra i musei d’arte contemporanea del Mediterraneo che, secondo Daniele Pitteri, commissario del Forum delle Culture, possono diventare nodi nevralgici di una nuova aggregazione tra i popoli.

“Ci aspettiamo – ha concluso il presidente del CIDAC Andrea Cernicchidi avviare proficue collaborazioni fra musei e città diverse per incoraggiare e sostenere il linguaggio universale dell’arte”.

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